Dal 29 agosto 2025, ogni spedizione verso gli Stati Uniti è sottoposta a controlli doganali completi e al pagamento dei dazi, indipendentemente dal valore. Con l’Executive Order 14324 firmato dal Presidente Trump, è stata abolita la soglia de minimis di 800 dollari, in vigore dal 2016. La misura mira a frenare abusi, proteggere l’economia interna e aumentare le entrate fiscali. Le nuove regole impattano profondamente il commercio elettronico internazionale, costringendo aziende e consumatori a rivedere modelli logistici, strategie di prezzo e gestione doganale.
Fine del regime de minimis: cambia tutto per le spedizioni verso gli USA
Il 30 luglio 2025, l’Executive Order n. 14324 ha ufficialmente sospeso l’art. 321 del Tariff Act, eliminando l’esenzione dai dazi per le spedizioni sotto gli 800 dollari. Il provvedimento è stato giustificato da esigenze di politica economica e sicurezza nazionale, sfruttando i poteri previsti dall’International Emergency Economic Powers Act.
Già da maggio, la soglia non era più applicabile per merci provenienti da Cina e Hong Kong. Ora, la sospensione è estesa a tutti i Paesi. Si chiude così la stagione della semplificazione doganale inaugurata nel 2016, che aveva favorito l’espansione dell’e-commerce internazionale e l’accesso ai mercati statunitensi per milioni di piccoli venditori.
Nuove regole per spedizioni postali e corrieri espressi
Il 15 agosto 2025, la U.S. Customs and Border Protection (CBP) ha pubblicato il documento “Global Guidance for International Mail”, introducendo un sistema transitorio per le spedizioni postali. Fino a marzo 2026, gli operatori potranno scegliere tra:
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dazio ad valorem (calcolato sul valore e sulle aliquote del Paese d’origine);
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dazio forfettario (80, 160 o 200 dollari, a seconda della fascia tariffaria).
Successivamente, resterà in vigore solo il sistema ad valorem. Ogni pacco dovrà riportare informazioni dettagliate sull’origine degli articoli, e i vettori dovranno trasmettere riepiloghi mensili al CBP. I dazi andranno pagati tramite Pay.gov, e solo i corrieri qualificati (qualified parties) potranno operare, previa presentazione di una garanzia doganale.
I corrieri espressi – FedEx, UPS, DHL – non godono di alcuna fase transitoria: tutte le spedizioni sono trattate da subito come importazioni ordinarie. Le semplificazioni precedenti (Entry Type 86 e sezione 321) sono state disattivate nel sistema ACE. Obbligatori quindi codice HS, Paese d’origine e valore esatto delle merci, con impatti significativi su tempi e costi.
Impatto su aziende e consumatori: dazi, ritardi e logistica da ripensare
Le conseguenze della nuova normativa sono state immediate. Secondo l’UPU, il traffico postale verso gli USA è calato dell’81% nella prima settimana di applicazione. Molti operatori internazionali, specialmente in Asia ed Europa, hanno sospeso temporaneamente le spedizioni per difficoltà di adeguamento.
Per le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti, la sfida è doppia: da un lato, l’aumento dei costi legati a dazi e burocrazia; dall’altro, la necessità di riorganizzare la logistica. Spedire singoli pacchi non è più conveniente. Si impone il consolidamento delle spedizioni o la creazione di magazzini sul territorio americano, magari tramite partner locali.
Fondamentale sarà l’affidamento a broker doganali statunitensi, figure indispensabili per la gestione delle pratiche doganali e il dialogo con le autorità. Anche la comunicazione con i clienti americani diventa cruciale: è necessario informarli con trasparenza su tempi di consegna più lunghi e possibili costi aggiuntivi.
Le piattaforme e-commerce che operano in modalità direct to consumer dovranno rivedere completamente le strategie. Senza magazzini negli USA, la competitività rischia di crollare, con effetti diretti sui prezzi, sulla varietà dell’offerta e sui tempi di spedizione.
Una nuova era per il commercio internazionale: più controlli, più regole
La riforma sancisce un ritorno al principio secondo cui nessuna merce entra in un Paese senza controllo. La dogana riacquista centralità come strumento di politica economica e di sicurezza.
Per affrontare il nuovo scenario, le imprese devono investire in competenze doganali, verificare la corretta classificazione dei prodotti (codice HS), la precisione delle dichiarazioni di origine e l’accuratezza della documentazione. Errori anche minimi possono causare blocchi, ritardi e costi aggiuntivi.
Chi saprà adattarsi potrà trasformare questa svolta in un’opportunità per rafforzare la presenza sul mercato statunitense. La professionalità nella gestione delle spedizioni diventerà un elemento competitivo decisivo.
